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... Come dentro un film. Visi irriconoscibili ma mai dimenticati. Immagini che scorrono e che ci proiettano indietro nel tempo, quello della fanciullezza. Strette di mano energiche o fiacche, veloci o indugianti. Sguardi mortificati, parole pronunciate piano, a volte spontanee a volte formali. Quel porgere di mani, il passamano da una generazione all'altra: dai padri ai figli, dai nonni ai nipoti. Fotografare i fatti, anche quelli che si usa tacere, è reagire al desiderio di oblio, all'allontanamento del pensiero dai sentimenti, allo sfumare dei ricordi. Potendo scegliere, fra l'essere penna o matita, c'è chi sceglie di essere penna. Un racconto che parla della Calabria e della calabresità di oggi, ma anche di quella di ieri; delle persone e dei riferimenti che svaniscono e che non tornano più.